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I funghi medicinali sono rimedi che rientrano nella categoria degli adattogeni, ossia sostanze di regolazione neuroendocrina e metabolica in grado di preparare e di rinforzare l’organismo nella risposta a stress di ogni genere, tra cui quelli ambientali, fisici e mentali.
Il concetto di “adattogeni” fu inserito da N.V.Lazarev nel 1947, che li definì “sostanze in grado di determinare uno stato di resistenza ‘non specifica’ agli stressors di qualsiasi natura”.
Tale definizione fu poi affinata nel 1969 da Brekhman e Dardymov, che li classificarono come:
1) sostanze non tossiche per l’organismo;
2) che non hanno proprietà farmacologiche specifiche e che aumentano la resistenza aspecifica a fattori di stress biologici, chimici e fisici;
3) in grado di esercitare un’azione di regolazione, con effetto normalizzante, di vari organi e sistemi dell’organismo.
In quest’ottica si tratta di rimedi che aiutano a ridurre i danni indotti dallo stress e permettono di recuperare dalla stanchezza, dalle infezioni e da stati di depressione psico-fisica e che, in particolare sotto stress, permettono di aumentare la performances fisiche, mentali e cognitive. A differenza degli stimolanti del sistema nervoso e degli anabolizzanti, gli adattogeni non deprimono le risorse plastiche ed energetiche dell’organismo e non danno effetti collaterali né astinenza una volta smesso il loro utilizzo. Sono considerati “sicuri”, non alterano le funzioni dell’organismo nè spostano equilibri fisiologici, ma hanno azione normalizzante e favoriscono il recupero da stati patologici, indipendentemente dalla loro natura.
I primi studi sugli adattogeni furono effettuati in Russia e misero in evidenza la capacità di questi nutrienti di migliorare le prestazioni fisiche, oltre che mentali. In passato hanno destato molto interesse la Rhodiola rosea, l’Eleutherococcus senticosus, la Schizandra chinensis e il Panax ginseng e i risultati, sia quelli osservazionali sulla base dell’utilizzo diretto, che quelli riportati nei lavori scientifici, si sono rivelati particolarmente interessanti. Numerosi sono al giorno d’oggi gli studi che hanno dimostrato che il loro utilizzo, oltre a migliorare le prestazioni sportive, permette di prevenire anche i danni tissutali da sforzo, in particolar modo muscolari e articolari, per motivi che descriveremo dettagliatamente più avanti.
Riprendendo in mano le definizioni di adattogeni di Lazarev, Brekhman e Dardimov e applicandole allo sport, possiamo dire che queste sostanze:
• riducono il danno indotto da stress ed esercitano un’azione anti-fatica e di miglioramento del recupero dopo sforzo (inteso come stress);
• hanno un effetto di stimolo dell’utilizzo energetico cellulare e muscolare e conferiscono all’organismo una maggiore potenza e capacità di reazione in situazioni stressogene e di fatica;
• non portano ad esaurimento le riserve energetiche come fanno gli stimolanti, né danneggiano le strutture plastiche del corpo;
• sono assolutamente conservativi, non perturbano equilibri funzionali dell’organismo, ma esercitano piuttosto un’azione di normalizzazione che è indipendente dallo stato patologico eventualmente in atto.
Sulla base di queste caratteristiche possiamo definire con precisione la differenza tra adattogeni e stimolanti. Studi su cavalli da corsa supplementati con stimolanti quali le anfetamine hanno dimostrato che quelle che vengono accresciute sono la forza e la potenza per breve tempo; a questo iniziale periodo di “spinta”, ne segue uno successivo di capacità fisiche ridotte. Quando al contrario vengono utilizzati gli adattogeni, questo calo di prestazioni non avviene: la capacità di risposta non è come quella indotta da uno stimolante, pur rimanendo significativa, è di certo inferiore, ma non è seguita dall’esaurimento fisico conseguente all’uso di stimolanti. (1,2)
Tra i funghi, i più studiati a livello sportivo sono il Cordyceps sinensis e il Ganoderma lucidum, anche se a volte meno considerati perché meno conosciuti.
Per quanto riguarda l’uomo queste sostanze non solo permettono di ridurre l’affaticamento e di incrementare la resistenza fisica, ma anche di aumentare la presenza, la determinazione mentale e la resistenza allo stress. Le proprietà anti-fatica degli adattogeni sono state ben descritte in numerosi lavori scientifici e sono collegate a numerose azioni fisiologiche e molecolari. Questi nutrienti sono innanzitutto in grado di regolare i livelli dei mediatori dello stress, in particolare del cortisolo e dell’ossido nitrico (NO), oltre che di altre sostanze meno note (protein chinasi, p-SAPK, pJNK ed altre).
Il cortisolo endogeno e l’NO sono importanti durante lo sforzo fisico per aiutare il corpo ad adattarsi agli allenamenti pesanti, orientati alla prestazione. In questa fase gli adattogeni favoriscono anche l’espressione genica di alcune Heat Shock Proteins (Hsp70 e Hsp16) in reazione allo stress e l’aumento della biosintesi di ATP, per fornire una supplementazione di energia cellulare all’organismo attraverso la regolazione del metabolismo energetico, con aumento dei livelli di glucosio-6P-DH (G-6-PDH) coinvolto nel metabolismo dei carboidrati, nella produzione di energia e nella sintesi di DNA e di proteine. Vengono inoltre potenziati i sistemi antiossidanti, che favoriscono il recupero tissutale dopo l’allenamento o la prestazione.
Si tratta di rimedi che effettuano una modulazione bidirezionale per permettere all’organismo di recuperare velocemente l’equilibrio. (3,4,5)
La loro modalità di azione è principalmente associata allo stress e alla capacità di regolare l’organismo in diverse direzioni (inibizione o stimolazione), a seconda del contesto che si viene a creare. Durante l’attività fisica intensa, ad esempio, il nostro corpo deve effettuare continui adattamenti per mantenere la salute e l’equilibrio e per continuare a mantenere efficaci tutti quei processi fisiologici attivati durante l’esercizio. Essi regolano l’ambiente interno in risposta alle richieste per mantenere una stabilità (omeostasi), garantendo all’organismo strumenti per il raggiungimento di prestazioni migliori in presenza di stress fisico e mentale.
Cordyceps sinensis – foto di Stefania Cazzavillan
Il Cordyceps sinensis (Dong Chongxia Cao in Cina e Tochukaso in Giappone) è un fungo Ascomicete parassita di un insetto, che cresce ad altezze superiori a 3000 metri in Tibet. Il corpo fruttifero si estende in primavera dalle carcasse mummificate della larva Himalayana Caterpillar (Hepialis armoricanus). È anche chiamato “insetto d’inverno, pianta d’estate” per il fatto che d’inverno il fungo colonizza l’insetto e in primavera lo mummifica e lo uccide per sviluppare in seguito il corpo fruttifero. Nella tradizione Tibetana è considerato un potente tonico, più forte del Ginseng, un rimedio per la stanchezza, la fatica e per la convalescenza dopo malattie debilitanti; ha un largo seguito che lo ritiene un afrodisiaco sia nell’uomo che nella donna e un trattamento efficace in alcuni tipi di impotenza.
Nel 1993 ai “Campionati Mondiali di atletica di Stoccarda” atlete cinesi conquistarono la medaglia d’oro nelle gare dei 1.500, 5.000 e 10.000 metri con abbattimento dei rispettivi record mondiali. Nel Settembre dello stesso anno ai “Seventh Chinese National Games” a Pechino le stesse atlete abbatterono 3 record mondiali, riducendo tra l’altro di 42” il precedente record nei 10.000 m (Wang Junxia).
“Il segreto è il Cordyceps” – affermò l’allenatore – “una sostanza naturale completamente priva di effetti collaterali”… e aggiunse che si aspettava una performance spettacolare ai “Giochi Olimpici di Atlanta” nel 1996 – Wang Junxia vinse l’oro nei 5.000 metri e fu la prima atleta cinese a vincere una lunga distanza alle Olimpiadi.
Da allora il Cordyceps ha attirato l’attenzione e ha cominciato ad essere studiato più approfonditamente.
La sua efficacia nel miglioramento delle funzioni vitali e dell’energia generale dell’organismo ha un notevole supporto nella letteratura scientifica. Le sue naturali condizioni di crescita ad altezze così elevate nell’altopiano Hymalaiano, caratterizzate da basse temperature e ridotta concentrazione di ossigeno, hanno indotto questo fungo ad ottimizzare le sue capacità di utilizzazione dell’ossigeno e di produzione di energia cellulare; queste caratteristiche lo rendono particolarmente utile negli sportivi per migliorare la performance soprattutto aerobica. I suoi effetti nell’organismo sono molteplici. Innanzitutto migliora e permette di mantenere più a lungo un metabolismo aerobico, procrastinando l’entrata del muscolo nel metabolismo lattacido e quindi rende il muscolo reattivo e ossigenato più a lungo. Migliora la tolleranza all’ipossia e favorisce l’eliminazione dell’acido lattico dal muscolo; riduce inoltre la costrizione bronchiale, migliora la funzionalità cardiaca e potenzia i sistemi antiossidanti. (6, 7,8,9,10)
Si tratta di un fungo che sostiene l’anabolismo muscolare, grazie alla sua capacità di potenziare l’attività ormonale, cosa che esplica favorendo la formazione di precursori ormonali del testosterone. Ha infatti la capacità di convogliare il colesterolo nel mitocondrio favorendo la sua trasformazione in pregnenolone, precursore del DHEA e del testosterone. Uno studio su ciclisti master pubblicato dall’Università di Pavia ha dimostrato che l’associazione di Cordyceps sinensis e Ganoderma lucidum, dopo 3 mesi di supplementazione, portava ad una migliore risposta adattativa al sovraccarico conseguente all’esercizio fisico, che si è espressa con un aumento del rapporto Testosterone/Cortisolo (T/C). Questo dato riflette l’aumento dei livelli di testosterone (+249,5%) e il calo dei livelli di cortisolo (-77,1%).
Dopo 1 mese dall’interruzione dell’integrazione (periodo di allenamento sotto placebo finale) il rapporto T/C tendeva a diminuire e non mostrava una significativa differenza rispetto al placebo iniziale (periodo di trattamento con placebo prima di iniziare la supplementazione). L’assunzione di Cordyceps sinensis e Ganoderma lucidum è stata in grado di migliorare significativamente le prestazioni e di modulare e ridurre la sindrome da sovrallenamento (overtraining syndrome, OTS). In questo caso il testosterone è prodotto dopo sforzo fisico ed è la risposta dell’organismo alla richiesta dell’organismo stesso. La sua azione, in assenza di sforzo fisico, è collegata alla formazione dei precursori ormonali. (11)
Il Ganoderma lucidum o Reishi è un’ottima associazione al Cordyceps sinensis nello sportivo. Anche il Ganoderma lucidum ha una forte capacità ossigenante, grazie agli elevati livelli di Germanio in esso contenuti. Il Germanio favorisce inoltre la formazione di endorfine, che migliorano la gestione del dolore e dell’infiammazione. La sua azione di protezione cardiaca lo rende particolarmente utile dopo i 35 – 40 anni, nel caso in cui l’organismo venga sottoposto a stress fisico prolungato. Vari studi scientifici hanno dimostrato che varie frazioni di questo fungo stimolano la produzione di sistemi antiossidanti, favorendo la protezione delle strutture cellulari dai danni legati allo stress ossidativo.
È importante ricordare che l’atleta è un soggetto sottoposto a forte ossidazione: non si può infatti produrre energia se non si attivano i processi respiratori (ossidativi) per convertire il substrato (ovvero i nutrienti) a livello cellulo-mitocondriale. Con il progredire dell’età la capacità di gestire lo stress ossidativo diminuisce, con conseguente aumentato rischio di danno all’organismo. Una delle caratteristiche del Reishi è anche quella di migliorare la risposta allo stress psico-fisico attraverso il controllo dell’infiammazione e dell’ipercortisolemia. L’eccesso di cortisolo è correlato ad un maggior rischio di danno muscolare e articolare e ad una ridotta capacità di recupero del muscolo dopo sforzo. Importante infine l’effetto a livello psicologico effettuato dal Reishi, il quale permette una migliore gestione dell’emotività e un aumento della concentrazione e della focalizzazione verso gli obiettivi. Per quanto possa essere allenato il corpo, la gara si vince con la testa! (12)
Entrambi i funghi sostengono il sistema muscolare e cardiovascolare. Il Cordyceps favorisce il trofismo muscolare, il Reishi rende il muscolo più reattivo e scattante ed entrambi favoriscono il metabolismo aerobico e proteggono il cuore. Dal punto di vista neuroendocrino il Cordyceps supporta l’anabolismo muscolare aumentando la produzione di precursori del testosterone, mentre il Reishi riduce i livelli di cortisolo, sostenendo le surrenali e controllando l’infiammazione, che può favorire il danno muscolare.
Le grammature consigliate sono 2 grammi di sinergie di micelio, corpo fruttifero ed estratto di entrambi, in modo da ottenere il massimo effetto utilizzando tutti i componenti di questi favolosi rimedi. Un’abbinata vincente quindi che permette di sostenere e proteggere il corpo durante lo sforzo fisico e di aumentare la risposta anche in condizioni di stress psicologico.
1. Hancke, J., et al. (1996). Reduction of serum hepatic transaminases and CPK in sport horses with poor performance treated with a standardized Schizandra chinensis fruit extract. Phytomedicine, 3(2), pp.237–240,
2. Hancke, J., et al (1994). Schizandra chinensis, a potential phytodrug for recovery of sport horses. Fitoterapia, 65(2), pp.113–118
3. Panossian, A. (2003). Adaptogens: Tonic herbs for fatigue and stress. Alt Comp Ther, 9(6), pp.327-32
4. Panossian, A., et al. (1999). Effects of heavy physical exercise and adaptogens on nitric oxide content in human saliva.
Phytomedicine, 6(1), pp.17-26
5. Panossian, A. & Wikman, G. (2009). Evidence-Based Efficacy of Adaptogens in Fatigue, and Molecular
Mechanisms Related to their Stress-Protective Activity. Curr Clin Pharmacol, Sep;4(3), pp.198-219
6. Dai, G.W.; Bao, T.T.; Xu, G.F.; Cooper, R.; Zhu, G.X. CordyMaxTM Cs-4 improves steady-state bioenergy status in mouse liver. The Journal of Alternative and Complementary Medicine 2001, 7, 231-240
7. M. Y. Hui, et al. “Comparison of protective effects between cultured Cordyceps militaris and natural Cordyceps sinensis against oxidative damage,” Journal of Agricultural and Food Chemistry, vol. 54, no. 8, pp. 3132– 3138, 2006
8. Y. Yamaguchi, S. Kagota, K. Nakamura, K. Shinozuka, and M. Kunitomo, “Antioxidant activity of the extracts from fruiting bodies of cultured Cordyceps sinensis,” Phytotherapy Research, vol. 14, pp. 647–649, 2000.
9. S. Chen, et al. “Effect of Cs-4 (Cordyceps sinensis) on exercise performance in healthy older subjects: a double-blind, placebo- controlled trial,” Journal of Alternative and Complementary Medicine, vol. 16, no. 5, pp. 585–590, 2010.
10. R.Kumar,P.S.Negi,B.Singh,G.Ilavazhagan,K.Bhargava,and N. K. Sethy, “Cordyceps sinensis promotes exercise endurance capacity of rats by activating skeletal muscle metabolic regula- tors,” Journal of Ethnopharmacology, vol. 136, no. 1, pp. 260–266, 2011.
11. Rossi P. et al. “Improving Training Condition Assessment in Endurance Cyclists: Effects of Ganoderma lucidum and Ophiocordyceps sinensis Dietary Supplementation. Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine”. Volume 2014, Article ID 979613, 11 pages
12. Batra P et al. Probing Lingzhi or Reishi medicinal mushroom Ganoderma lucidum (higher Basidiomycetes): a bitter mushroom with amazing health benefits. Int J Med Mushrooms. 2013;15(2):127-43.
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