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Di Stefania Cazzavillan
Grifola frondosa
La Grifola frondosa, molto conosciuta anche come Maitake, era considerata in Giappone il “re dei funghi“ e in tempi feudali valeva in peso come l’argento. Le prime notizie scritte si trovano nello “Shen Nong Ben Cao” una Materia Medica risalente a oltre 2000 anni fa.
In Medicina Tradizionale Orientale è utilizzata per potenziare il sistema immunitario, per migliorare il metabolismo, la pressione sanguigna, la glicemia e il profilo lipidico.
Ha tre principali aree di intervento: sistema immunitario, metabolismo e sostegno delle ossa.
Per quanto riguarda il metabolismo, studi che risalgono agli anni 90 hanno dimostrato che l’assunzione del Maitake, anche come cibo, è in grado di contrastare l’aumento di peso, prevenire alterazioni metaboliche e il diabete di tipo 2 attraverso il miglioramento della sensibilità periferica all’insulina (1-3). Buona parte di questi effetti sono stati collegati anche alla sua attività di controllo dell’infiammazione (4).
Uno studio del 2019 (5) ha valutato gli effetti di questo fungo sul metabolismo lipidico e sul microbiota. Due gruppi di topi sono stati sottoposti a una dieta ipercalorica, un gruppo è stato trattato con Maitake e un gruppo solo con la dieta. Il trattamento con Maitake migliorava la dislipidemia in modo significativo, diminuendo in modo importante il livello di trigliceridi ematici, di colesterolo totale e di acidi grassi liberi, ma soprattutto riduceva l’accumulo di grasso e la steatosi epatica. È stato notato inoltre che il fungo promuoveva la produzione e l’escrezione degli acidi biliari migliorando il metabolismo epato-intestinale dei grassi. L’analisi del microbioma (metagenoma) ha evidenziato una modificazione della struttura del microbiota con attivazione di un assetto microbico che contrastava l’instaurarsi delle alterazioni metaboliche indotte dalla dieta. I ricercatori hanno conculso che l’assunzione del Maitake può contribuire a ridurre le problematiche indotte da una dieta ipercalorica ad alta concentrazione di grassi e prevenire problematiche quali la dislipidemia e la steatosi epatica.
Tale studio ha confermato dati della tradizione e della letteratura e ha dimostrato che parte dei suoi effetti sono derivati, come è stato dimostrato per altri funghi, da una positiva modulazione del microbiota.
Riferimenti bibliografici